Chi “portano” e perché i politici locali alle Europee

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Dell’elezione del nuovo Europarlamento o del processo di integrazione europea non importa nulla a nessuno. Figurarsi se da noi qualcuno ha capito per cosa concorrano Schulz, Juncker, Tsipras e Verhofstadt (che? una medicina?).

Certo, in questo caso ci possiamo consolare del fatto che nessuno in Europa sembra più interessato all’Unione Europea, a parte i trombati dalle elezioni nazionali che vengono dirottati a Bruxelles per incamerare il succoso stipendio di circa 18mila euro al mese, tra retribuzione e rimborsi. Per tutti gli altri, le elezioni europee sono solo una rogna in più in cui misurare a livello nazionale chi ce l’ha più lungo.

Come in tutte le elezioni, i notabili locali, al netto delle solite solfe moraliste durante i comizi (“No al voto di scambio! Informatevi e votate con coscienza!”), vengono cooptati per portare all’elezione questo o quell’amico del proprio referente politico. Invece di sostenere una candidatura di una persona valida, i politici locali sono (felici di essere) obbligati a portare un’illustre sconosciuto calabrese o abruzzese che per motivi indicibili deve essere eletto, ma soprattutto deve servire a rimescolare i rapporti di forza interni al partito.

(Sia chiaro, questa bruttissima accezione del termine portare vuol dire spostare il proprio pacchetto di voti da una parte o dall’altra. Una pratica che nulla ha a che fare con la democrazia e il voto d’opinione. Ma l’unica con cui la democrazia è stata esercitata, in Italia, da quando esiste.)

Prendiamo i singoli partiti. Da destra a quelli alleati con la destra.

Fratelli d’Italia. La fiamma si è riaccesa nei loro cuori. È il vecchio rigurgito fascistoide che risale puntualmente dagli stomaci di certi italiani, ma siccome hanno un segretario giovane credono di avere un futuro. Per questo porteranno tutti e sinceramente la Meloni. Che del piazzatore professionista di amici, parenti e camerati all’Atac Alemanno si vergognano un po’ pure loro, anche se lo hanno ospitato in piazza.

Nonostante tutto, il loro voto è più autentico di molti altri. Ci credono davvero e, ad essere onesti, spesso dichiarano cose condivisibili. Poi però chiamano sul palco il guerriero ocra Dino Mansueto a gridare “che noi siamo il rinnovamento” e ti devi preoccupare di aver condiviso alcune loro dichiarazioni. O anche solo un caffè.

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Sì, è lui, il consigliere del Pdl che durante la scorsa consigliatura si presentò in consiglio vestito come Galeazzo Ciano, in compagnia di musi lunghi altrettanto ocra, giunti da altre province dell’Impero, e pronunciando un discorso sulla supremazia della razza italiana.

Forza Italia. Premessa: questo partito ha un leader attualmente in stato d’arresto per aver rubato soldi ai propri azionisti e aver frodato lo Stato, il cui braccio destro è anch’egli in arresto per aver curato per 18 anni i rapporti tra lo stesso leader e la mafia siciliana, il cui braccio sinistro è in arresto per aver favorito la latitanza di un collega di partito affiliato alla ‘ndrangheta, e il cui braccio armato in Campania è agli arresti con l’accusa di aver fatto gli interessi dei Casalesi. Chiunque si riconosca ancora oggi in Forza Italia o è colluso o è scemo o peggio, com’è nella maggior parte dei casi, non gliene frega niente di niente e di nessuno, se non della propria carriera. Bella gente.

Il circolo nocese è forte dei due esimi senatori Bruno e Liuzzi ma più che dimezzato dalla cospicua fuoriuscita locale verso Ncd. Ciò che resta è un’armata fittiana e siccome Fitto s’è candidato, tutti porteranno Fitto. Fitto, uno che non sta simpatico nemmeno a sé stesso e che non si è mai contraddistinto per nessuna battaglia politica (se non quella di chiudere più ospedali possibili in Puglia), prenderà un sacco di voti. Un voto d’opinione certificato DOP.

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Fitto vuole andare oltre questa Europa, ma già con i nomi delle regioni italiane ha qualche difficoltà

L’ex sindaco Liuzzi, che a Fitto e solo a Fitto deve la grazia del seggio in Senato, deve per forza di cose spendersi. Se no il padrone lo sculaccia. Chissà se qualcuno si ricorderà di quel Baldassarre che prese ben 545 voti a Noci nel 2009. Era l’uomo di Fitto e quindi tutti i nocesi fittiani lo portarono. Difficile, perché il secondo nome maschile sulla scheda dovrebbe essere quello di Sergio Silvestris, a cui i nocesi portarono ben 667 preferenze cinque anni fa. Quello a Silvestris ha timide sembianze di voto d’opinione, perché “è uno che lavora e sa parlare” e vanne a trovare un altro così in Forza Italia!

Nuovo Centrodestra. Questo non è un partito, ma un esperimento alchemico di Angelino Alfano che vuole capire sommando pacchetti di voti a quanti voti si può arrivare in Italia. Molti, probabilmente. Prima di fare entrare qualcuno in Ncd pare chiedano un certificato che dimostri il possesso di almeno centocinquanta impiegati, cinquanta dipendenti pubblici e venti calciatori.

A Noci c’è un divertentissimo partito spezzato in due. Uno sostiene una maggioranza che arriva fino a Rifondazione (vi prego, qualcuno lo dica a Giovanardi!), l’altro sta arcignamente all’opposizione, ma se li facessero entrare starebbero arcignamente in maggioranza. I due gruppi si sfidano a colpi di foto di gruppo su Facebook. “No, con Alfano me la sono fatta prima io la foto”, “la Lorenzin ha salutato prima me”, “il mio selfie con Schifani ha preso più mi piace del tuo”. Cose così, tutto molto spassoso.

La gara di mi piace per foto con l'indagato per concorso esterno in associaizone mafiosa Renato Schifani è stravinta su Facebook da Conforti (30) su Gentile (1)

La gara di mi piace su Facebook con l’indagato per concorso esterno in associazione mafiosa Renato Schifani è stravinta da Conforti (30) su Gentile (1).

In realtà i due gruppi si stanno sfidando in una lotta senza sconti, chi prende un voto in più si prenderà la leadership locale, ed io sono stato tentato di iscrivermi, così a sto giro stando nello stesso partito avrei mangiato la carne a doppio. Conforti porta ovviamente Massimo Cassano, il suo sponsor storico, e Massimo Ferrarese, perché è amico di Cassano. Morea, Marino Gentile e praticamente tutta la maggioranza di Nisi, a parte Nisi e altri due o tre, portano tale Piccone. Chi è? Boh. Lo ha indicato Quagliariello e loro lo portano. È un abruzzese che ha un’azienda a Lecce, con i dipendenti in cassa integrazione, mobilitati perché non vedono più uno stipendio da mesi. Ora, se esistesse il voto d’opinione, quanti nocesi voterebbero Piccone? Non più dei due nostalgici di Cossiga che svernano in piazza Garibaldi. Invece lo voteranno a centinaia.

Udc. Il partito cattolico, che in Italia si è ridotto ad un ectoplasma, per sopravvivere ha inserito i propri candidati nelle liste Ncd. Questo, siccome Noci è un paese alla rovescia, farà probabilmente di Ncd-Udc il primo partito locale.

Enzo Falcone porterà un amico di vecchia data, il segretario Lorenzo Cesa, un buon cattolico a cui il Buon Gesù ha perdonato una tangente nel periodo di Mani Pulite perché ha avuto il coraggio di ammetterla. Ma porterà anche Piccone, per dimostrare che la maggioranza Nisi è solida. Invece, dal balcone in cui spuntò la gigantografia del consigliere Locorotondo, durante la scorsa campagna elettorale, è scivolato per sbaglio un manifesto per Cassano e Ferrarese.

In questo marasma cattolico deambula spaesata la povera senatrice D’Onghia che è la vittima più illustre delle larghe intese. Un giorno va a Bari a sostenere il candidato sindaco del Pd, Decaro, perché il suo mini-partito ha infilato due candidati lì, e l’altro pure ma ad un congresso del candidato di centrodestra, Di Paola, perché è alleata di Alfano e Cesa alle Europee. Spaesamento totale. Comunque i Popolari per l’Italia al Sud hanno infilato il generale Domenico Rossi nelle liste Ncd-Udc. Chissà se la D’Onghia lo porta o anche solo se è consapevole di dov’è e cosa fa.

La D’Onghia è mobile.

Pd. Finalmente un partito pluralista. Dove ognuno porta chi vuole. Chi vuole il proprio capo corrente. Gero Grassi ha chiamato anche stavolta. Prima si è fatto ospitare per parlare delle sue clamorose rivelazioni su Moro (pare che Andreotti chiamò le BR offrendo la propria vita in luogo del caro Aldo), nel frattempo è stato uno dei sei deputati democratici a votare no all’arresto di Genovese e poi ha ordinato a Nisi ed ai boyscout del suo partito il candidato da votare alle Europee.

Ebbene, il sindaco della rivoluzione arancione nocese porterà tale Mario Pirillo, 70enne di Amantea (Cosenza), ras della Dc negli anni 80, già contraddistintosi da parlamentare europeo per essere stato uno dei cinque eurodeputati Pd a determinare la bocciatura della risoluzione Estrela, la norma che avrebbe permesso a tutte le donne d’Europa di affrontare l’aborto in maniera sicura e legale.

Questo è un Pirillo. Nel 2009, in Calabria, prese più voti di Berlusconi come la Serracchiani, ma il Pd si vergognò di sbandierarlo. Tu, elettore democratico, sei pronto a dargli la tua sincera preferenza?

Questo è un Pirillo. Nel 2009, in Calabria, prese più voti di Berlusconi come la Serracchiani in Friuli, ma il Pd si vergognò di sbandierarlo. Tu, elettore democratico, sei pronto a dargli la tua sincera preferenza?

In assenza di autoctoni validi, il lucano Pittella ha invece fatto breccia nel cuore nella consigliera Parchitelli. Ufficialmente anche in quello di Fabrizio Notarnicola, che però potrebbe portare il suo  pacchetto da Pirillo, per dimostrare fedeltà al partito locale. Se questi due sono davvero renziani inoltre dovrebbero portare anche la Picierno, ma è più probabile che Emiliano glielo impedisca per punire la scelta di Renzi di averla messa capolista al posto suo.

I GD portano invece il giovane (ma solo all’anagrafe) Minerva. Essenzialmente perché è uno di loro. Li educano da bambini. Altrimenti crescerebbero con l’idea che esiste il voto d’opinione.

Tsipras. Premessa. Se serve un greco, con una retorica meno ispirata del primo Vendola, per risollevare le sorti della sinistra italiana, non è che siamo messi male, ma è proprio il certificato di morte di Marx. Che qualcuno lo dica comunque a Tsipras. Sei un principiante ad aver unificato tutte le sinistre greche, noi qui abbiamo unificato tutto! I due partiti nocesi che sostengono Tsipras alle Europee sono alleati, a livello locale, con Schulz e soprattutto Juncker.

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Se dipendesse dalla sinistra nocese, questa sarebbe la nuova squadra di governo europea.

Sel porta Gano Cataldo, Rifondazione porta Eleonora Forenza, l’assessore Gentile Fusillo porta Teresa Masciopinto, una delle fondatrici della Banca Popolare Etica. Tutti comunisti duri e puri. Che poi si alleano con chi si fa i selfie con Schifani. Qui tuttavia si registra l’assenza di pacchetti di voti. O meglio, di voti. I pochi che ci sono accettano il suggerimento, poi problematizzano, cambiano idea, si arrabbiano e votano altro.

Peggio, potrebbero sprecare un secondo voto per Franco Arminio, che non lo meriterebbe solo per aver depositato il nome “Franco Arminio detto Il paesologo” . Ma l’autorevole scrittore fa di più per rendere insopportabile il proprio complesso di superiorità. Fa comizi alle pecore e alle galline e crede che il solo fatto che sia egli stesso a farlo lo renda un fatto culturalmente rilevante e non una stronzata.

Movimento 5 stelle. Nessuno conosce i candidati, quindi nessuno può portarli. I grillini credono che questo basti a dimostrare che sono migliori degli altri perché, di fatto, il loro è tutto voto d’opinione. Ma se mandi un idraulico incazzato a rivedere il Trattato di Lisbona, non stai facendo il bene di nessuno.

Occhio agli infiltrati, se qui qualcuno spacca con le preferenze c’è qualcosa che non torna. Perché, a parte qualche nerd mitomane, nessuno si andrà a leggere le infinite discussioni sui meetup per capire qual è il candidato migliore e la maggioranza dovrebbe votare solo la lista.

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I grillini eretici di Bartalotta hanno creato un movimento chiamato Oltre, come lo slogan di Fitto, ed hanno tenuto un convegno nella sala di Piero Liuzzi, sotto il comitato di Fitto. Non è che sono andati troppo oltre?

P.S. Andate sempre a votare. Altrimenti L’Amaro non riceve più finanziamenti occulti.

Giuseppe Putignano

Un cocciuto sostenitore della tesi che si possa lavorare scrivendo solo ciò che ti piace. E' un giornalista pubblicista ma, così facendo, non lo resterà a lungo.

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  1. Mirko De Leonardis

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