Friendzone: amicanzati o fidanzamici?

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La friendzone è quell’apostrofo rosa che distingue una vita sessuale attiva da una inesistente. Questo è un male che colpisce soprattutto gli uomini: uomini teneri e sensibili che hanno la sicurezza emotiva e sentimentale di un bambino di 6 anni il primo giorno di scuola. Le donne sono così, dolcemente complicate, è vero, e spesso si approfittano delle vostre gentilezze da amico che vorrebbe essere fidanzato ma finché non mi chiede niente, a mia madre dico che è un amico. Quindi, per evitarvi di chiamare MTV (e se non conoscete http://ondemand.mtv.it/serie-tv/friendzone-amici-o-fidanzati meritate di rimanerci, nella friendzone) e fare una figura di merda in mondovisione, ecco i consigli di una donna per capire se potrete uscire dalla terra di mezzo accompagnati o meno dalla vostra dignità.

  • La gelosia. Innanzitutto, se tutte le donne che vi circondano oltre ilgelosia primo grado di parentela (ché già le cugine adolescenti di secondo grado sono una minaccia), si riuniscono sotto il nome di “chi è quella troia?!”, beh, o ha il concetto di dominio territoriale di Putin, o le piacete. A meno che vi siate effettivamente messi a frequentare Putin (e in questo caso sareste sicuramente solo amici, vista l’alta considerazione dell’omosessualità di Vladimiro), se la vostra fidanza-mica conosce esattamente i nomi, i cognomi e gli indirizzi delle portatrici sane di vagina che vi si sono avvicinate dai tempi dell’asilo fino ad adesso, siete anche un po’ stupidi a non averci già provato. Se invece vi presenta tutte le sue amiche per sistemarvi, è evidente che non vuole voi, ma quel vostro amico, che chiameremo Jack perché dà l’idea di figaggine, che se le fa sempre tutte al posto vostro (per questo lei vende le sue amiche come in un’agenzia matrimoniale, per acquistare potere contrattuale): scegliete quella meno cozza e buttatevi. Ed evitate di consolarla quando Jack le spezzerà il cuore, per quello esistono madri, sorelle e best friend forever.
  • Le attese. Si tratta principalmente di due tipi di attese. Il primo0c5e235f-a5d1-41f3-9e83-1ec25a08057a1 tipo di attesa è quella in macchina sotto casa della fidanzamica: il numero dei minuti di ritardo è direttamente proporzionale alla quantità di indecisione nella scelta di vestiti/trucco/parrucco. Se poi scende comunque in pigiama e con un mollettone di plastica dimenticato tra i capelli (un mollettone di plastica non si indossa mai con dolo), allora è semplicemente – e amichevolmente – disorganizzata nella gestione dei suoi tempi. Il secondo tipo di attesa è invece più sottile da cogliere, calcolabile solo sul lungo periodo: se le sue relazioni non sono mai stabili o durature, o stabili e durature insieme, magari sta aspettando voi. Ma magari no, magari è solo una di quelle ragazze con la propensione per i casi umani e i disadattati, che non ha relazioni stabili perché non trova il ragazzo giusto, ecco, sì, “proprio come te, ma non tu”.
  • Attività. Non prendiamoci in giro, ad una donna piace sempre La-reazione-degli-uomini-quando-le-donne-fanno-shopping-FOTO-300x225ricevere gentilezze e sapere che c’è una persona (magari col pene) sempre disponibile per fare cose insieme a lei. Però valutate bene le attività in cui vi coinvolge. Bere delle birre è equivoco e assolutamente non emblematico, perché è un’attività alcolico-ricreativa senza impegno, non vincolante e non indiziante. Una birra è la soluzione ideale per qualunque tipo di uscita. Quindi, escludendo le birre, se l’unica cosa che le viene voglia di fare con voi è shopping, beh, o siete gay* (e avete ricevuto una delusione da Vladimiro, lassù) o siete solo amici. Se invece vi coinvolge in pranzi parentali, mostre noiosissime e proiezioni di film francesi degli anni ‘70 vuole essere vostra moglie, non solo la vostra fidanzata. Il dubbio potrebbe sorgere sul clubbing (clubbing = modo figo per dire “giro dei bar del centro e finale di sbronza in una discoteca di paese”): se vi abbandona per andare a limonare, siete solo amici. Così come siete solo amici se vi limona per sbaglio in preda ai fumi dell’alcol e il giorno dopo cambia numero di telefono, generalità e nazione di residenza.

Insomma, anche se detesto citare commediucole americane e non libri di Bukowski come una vera poetessa maledetta su Instagram, “la verità è che non gli piaci abbastanza”. O meglio, “la verità è che le piace Jack”.

* risparmiatemi il pippone politically correct sui pregiudizi sui gay. È una battuta, non ho pregiudizi – non ne ho mai avuti – e per me i gay non si inseriscono in categorie, sono generici esseri umani, con tutti i diritti e i doveri degli esseri umani, che piaccia loro la carne o il pesce (con tutto il diritto di ordinare quel che si vuole al ristorante), così come me, come te e come Vladimir Putin. Anche se su di lui nutro ancora qualche dubbio.

Data

27 novembre 2014

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Eleonora Gomez de Teran

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