Liberaci dal male di Taranto [FOTO]

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La maggiore novità del primo maggio 2014 è la rivalità che s’è venuta a creare tra i Concertoni di Roma e di Taranto. Rivalità divenuta esplicita nel tweet della Cisl Nazionale, che definiva quella di Taranto una “saga” paesana.
Una gara all’indignazione. Dalla capitale, Piero Pelù sputava sull’elemosina degli 80 euro di Renzi. Dalla Puglia, Michele Riondino malediceva politici e sindacati che non hanno fatto nulla per la città.
Due giorni dopo, il ministro Poletti presenta alcune modifiche al Decreto Lavoro che di fatto aiutano a regolarizzare la precarietà (tra le altre, sanzioni solo pecuniarie sui contratti a termine, via l’obbligo di assunzione se si supera il tetto del 20% sui contratti a tempo) ma tutte le centinaia di migliaia di persone che affollavano le due piazze sembrano essersene tornate silenziose a casa. Amaro compreso, chiaramente.

E ora magari per la Cisl sarà più facile cacciare lo stagista in comunicazione che pubblica strafalcioni su Twitter.

In ogni caso l’evento tarantino meritava attenzione, quantomeno per la sua importanza simbolica e per le altisonanti adesioni degli artisti della scena nostrana.
In soli due anni, l’associazione promotrice dell’evento è riuscita a dare alla battaglia dei cittadini contro i veleni dell’Ilva una rilevanza superiore, per cui la risoluzione del problema diventa un’irrinunciabile questione di credibilità dello Stato e della classe dirigente, a tutti i livelli.
Poco importa che lo slogan “Taranto libera”, costantemente invocato dalla folla, potesse sembrare quasi un appello di principio, che semplifica eccessivamente la questione del ricatto lavoro/salute.

Detto questo, la Raffo ai banchetti costava poco, quindi ci si è un po’ distratti. Restano alcune immagini.

In scaletta, tanti storici partecipanti alla kermesse romana, dedicatisi questa volta alla causa tarantina. Anche piuttosto seriamente, tanto che Kruger dei Nobraino non si è lasciato andare a nessun atto eclatante. (in foto: un direttore artistico, Roy Paci, parla al pubblico; l'altro, Michele Riondino, col presentatore Luca Barbarossa. Kruger Von Aschenbach importuna.)

In scaletta, tanti storici partecipanti alla kermesse romana, dedicatisi questa volta alla causa tarantina. Anche piuttosto seriamente, tanto che Kruger dei Nobraino non si è lasciato andare a nessun atto eclatante.
(in foto: un direttore artistico, Roy Paci, parla al pubblico; l’altro, Michele Riondino, col presentatore Luca Barbarossa. Kruger Von Aschenbach importuna.)

 

In una piazza deideologizzata e sorta spontaneamente tra “cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, può capitare che il colpo d'occhio mostri molte meno bandiere di quel che ci si potesse aspettare. Così convivono insieme No Tav, un sindacato studentesco e la Palestina. A ognuno la sua battaglia.

In una piazza deideologizzata e sorta spontaneamente tra “cittadini e lavoratori liberi e pensanti” può capitare che il colpo d’occhio mostri molte meno bandiere di quel che ci si potesse aspettare. Così convivono insieme No Tav, un sindacato studentesco e la Palestina. A ognuno la sua battaglia.

 

E poi ci sono i nostalgici borboniani. Il vessillo monarchico marchia il motto “Per il futuro del Sud insorgere è giusto”. Borbone e futuro, un binomio ineccepibile. Si tratta ad ogni modo di una bandiera riconducibile a un movimento politico preciso, “Insorgenza civile”, che presenterà una propria lista alle prossime elezioni europee. Ed è lo stesso movimento che invita Matteo Salvini nel suo tour elettorale al Sud. L'insorgenza civile e Salvini, altro binomio promettente.

E poi ci sono i nostalgici borbonici. Il vessillo monarchico marchia il motto “Per il futuro del Sud insorgere è giusto”. Borbone e futuro, un binomio ineccepibile.
Si tratta ad ogni modo di una bandiera riconducibile a un movimento politico preciso, “Insorgenza civile”, che non è riuscito a raccogliere le firme per presentare una propria lista alle prossime elezioni europee.

 

Al Parco archeologico delle mura greche, sito del concerto, non resta granché di greco. Ma qualcuno, dopo le piogge del mattino, ne ha approfittato per darsi alla lotta nel fango.

Al Parco archeologico delle mura greche, sito del concerto, non resta granché di greco. Ma qualcuno, dopo le piogge del mattino, ne ha approfittato per darsi alla lotta nel fango.

 

E, da buon intenditore, il noto fashion blogger nocese Donny ha azzeccato l'outfit perfetto: salopette.

E, da buon intenditore, il noto fashion blogger nocese Donny ha azzeccato l’outfit perfetto: salopette. #allavorolikedonny

 

Capossela, abile maestro nell'ingraziarsi le platee, si presenta sul palco impugnando una bottiglia di birra locale; scalda la platea offrendo gli ottuagenari della Banda della Posta al profluvio di scatti e flash e hashtag vari, e chiuderà con “L'uomo vivo”. Al che, dopo ore di infiniti sfracellamenti di genitali con Sud Sound System, Mama Marjas e 99 Posse, saliranno sul palco Tre Allegri Ragazzi Morti.  E “Costruire per distruggere”, fatta dagli Afterhours alle 2 di notte, suonerà come l'estrema unzione.

Capossela, abile maestro nell’ingraziarsi le platee, si presenta sul palco impugnando una bottiglia di birra locale; scalda la folla offrendo gli ottuagenari della Banda della Posta al profluvio di scatti e flash e hashtag vari, e chiuderà con “L’uomo vivo”. Al che, dopo ore di infiniti sfracellamenti di genitali con Sud Sound System, Mama Marjas e 99 Posse, saliranno sul palco Tre Allegri Ragazzi Morti. E “Costruire per distruggere”, fatta dagli Afterhours alle due di notte, suonerà come l’estrema unzione.

Pietro Gentile

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