Antropologia del saluto nei piccoli Comuni. I 10 tipi di persone che non sai se salutare.

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Dicono che in un piccolo comune ci si conosca un po’ tutti.

La verità è che in un paese si finisce con il relazionarsi – anche sommariamente – con la maggior parte dei compaesani.
Solo chi ha deciso di sacrificare l’adolescenza e numerose diottrie in nome della pornografia digitale e dei videogame ha evitato di condividere spazi e tempo con numerose teste di cazzo. In senso figurato, almeno.

In un paese non c’è spazio per microcosmi personali; le uniche alternative sono la morte sociale, la fuga o la politica: ad un certo punto bisogna anche mettere a frutto anni di democristianità forzata, no?
Gli stessi spazi e gli stessi volti ti si ripresentano in 100 modi diversi a seconda del contesto, così il ragazzino con cui giocavi da bambino adesso ti serve il caffè al bar, segue il tuo stesso corso di nuoto e la sera si gode la sua meritata birra a 5 metri da te.
Microcosmo un cazzo.

Le dinamiche del saluto

In questo recipiente di pettegolezzi e ripetizione le dinamiche che disciplinano il saluto sono ambigue e possono dipendere da fattori come il tempo, il luogo e la situazione.

Ad esempio si può essere ignorati da un volto familiare in un negozio d’abbigliamento salvo poi essere salutati a 5 metri dallo stesso; al bar, invece, ci si saluta quasi sempre. Pochi metri più in là anche no.

L’incontro con un compaesano a più di 200 km di distanza da casa rende il saluto obbligatorio – oltre che artificiale – mentre nell’incontro casuale in un locale di scambisti il saluto è rigorosamente vietato. Specialmente se incontri il tuo parroco, in particolare se siete nudi.
– “Scambiamoci un segno di pace.”
– “Sul serio, padre!?”

Sei a circa 30.000 chilometri da casa e quello lì è Giovanni, abita a 200 metri da casa tua. Non avete mai parlato ma qui vi toccherà salutarvi.

Sei a circa 30.000 chilometri da casa e quello lì è Giovanni, abita a 200 metri da casa tua.
Non avete mai parlato ma qui vi toccherà salutarvi.

Per strada quasi sicuramente non saluterai Francesco, con cui hai condiviso la lezione prova di hockey su monociclo nel 1998, ma ad un matrimonio – dove escluso Francesco il più giovane si è rotto 2 volte il femore dall’arrivo degli sposi – non solo lo saluterai ma gli mostrerai ogni tua miseria dopo aver bevuto un numero di bicchieri pari al numero degli invitati.

Il dramma: chi salutare?

Salutando chiunque ti capiti a tiro passeresti per un candidato politico ritrovandoti così ad offrire caffè a destra e a manca, a parlare con convinzione di cose di cui non ti importa, a nascondere ambizioni personali. Per fortuna c’è l’Amaro.

Ecco una lista di 10 saluti ambigui e un paio di consigli:

#1. Il volto familiare

"Hey, ciao!" "Aspetta, ma chi minchia era!?"

“Hey, ciao!”
“Aspetta, ma chi minchia era!?”

“Non so come, dove e quando ma ‘sto tizio l’ho già visto”.
Per quanto ne sai questo misterioso individuo potrebbe semplicemente somigliare al sedicente medico che, sulla destra di ogni sito porno, ti consiglia un infallibile metodo per allungare il pene come, allo stesso modo, potrebbe essere tuo zio.
Sempre ammesso che tuo zio non sia un medico.
Il saluto, in questo caso, è molto rischioso.
La soluzione dell’Amaro è: fissare, fissare negli occhi. Fissare senza pietà. Se ti dovesse riconoscere sarà lui a salutarti.

#2. Gli amici della tua ex/del tuo ex

Due casi:

A – In passato avete scherzato e passato delle serate gradevoli: in questo caso un mesto saluto di reciproca intesa andrà benissimo.
B – In passato ha cercato di sabotare la relazione, di copulare col tuo partner e/o ti ha messo a disagio: in questo caso saluta solo se sei in compagnia di Katy Perry o Ryan Gosling, altrimenti limitati a dire tra i denti “mangerò i tuoi figli”. Apprezzerà sicuramente.

#3. I vecchi compagni di classe

In una classe di 45 persone è impossibile instaurare una relazione duratura con tutti, specialmente se l’unica cosa che avevate in comune era l’acne.
In questo caso saluta solo se sei sicuro che questa persona non abbia voglia di parlare, o che la situazione non lo imponga.
Risparmiati l’imbarazzo; avete avuto la possibilità di parlavi ogni giorno per 5 anni e non l’avete fatto, ci sarà un motivo, no?

#4. I vecchi professori

Essere professori non è semplice. Mandare a memoria ogni anno 80 nuovi nomi e conseguenti raccomandazioni può essere deleterio. Si ricorderanno di te solo se ti hanno sempre odiato, senza alcun bisogno di mandarlo a memoria. In questo caso il dubbio se salutare o meno non sorge neanche.
Se, invece, conservi un buon ricordo ma hai lasciato la scuola da più di 3 anni saluta ma evita di parlarci, a meno che non ti stia andando tutto molto bene.

– “Come va l’università?”
– “Ho finito!”
– “Che bravo! In cosa ti sei laureato?”
– “In realtà l’ho mollata.”
– “Ah, quindi lavori?”
– “No.”
– “Ah.”
[true story]
Conversazioni come questa riescono a deprimerti. Sì, ancora di più.

#5. La famiglia degli amici

– “Pronto?”
– “Finocchio a che ora ci vediamo?”
– “Veramente sono il padre”

Un rapporto basato su una discussione del genere non legittima il saluto, specialmente se non vi siete mai incontrati.
Se, invece, avete avuto modo di scambiare due chiacchiere di persona è il caso di salutare.

#6. Gli amici di famiglia

Se sono amici di tuo fratello ti scambieranno per lui e ti chiameranno col suo nome.
Se sono amici di tua sorella ti scambieranno per lei e ti chiameranno col suo nome.
A prescindere dal tuo sesso.
Saluta e asseconda.
Se, invece, dovessi incontrare amici dei tuoi genitori e questi ti fissano insistentemente stai tranquillo: saluta perché per loro sei un volto familiare #1 e leggono l’Amaro.

#7. Lo sconosciuto che ti saluta per nome

"Ciao Michele Fasano"

“Ciao Michele Fasano”

Saluta con affetto, sempre.
Aggiungi un “scusami, non ti ho riconosciuto!”. Può essere d’aiuto.
Subito dopo è necessario darsi alla fuga sia perché, in realtà, non hai la più pallida idea di chi sia, sia perché potrebbe essere il mostro della murgia, il killer di cui parlano i TG.

#8. Gli amichetti d’infanzia

Essere bambini in un piccolo comune significa aver condiviso scorribande, giochi e molestie sessuali con tanti altri bambini.
Crescendo molti scompariranno letteralmente, perché hanno passato la loro vita cercando di evitarti.
Il saluto, in questo caso, è evitabile.

#9. Il commerciante

Il paninaro, il tabaccaio, il barista o il cameriere della tua pizzeria di fiducia sono istituzioni della tua vita. Il fatto che ti chiamino per nome ti mette di buon umore e, di fatto, ti vedono più spesso dell’80% dei tuoi amici.
Incrociare queste persone fuori dal loro ambito lavorativo può essere disorientante.
Io stesso non mi capacito di come il mio salumiere abbia due gambe.
Cerca di salutare senza quell’espressione stupita di chi ha scorreggiato per la prima volta.

Qui Massimo D’Alema intravede il suo barbiere durante un convegno.

Qui Massimo D’Alema intravede il suo barbiere durante un convegno.

#10. L’amico di Facebook

Hai 1300 amici su Facebook. Almeno 3000 se sei una ragazza prosperosa con una foto profilo disinibita. Con quanti hai scambiato più di 2 parole?
Gran parte di questi sono dei perfetti sconosciuti che ti hanno aggiunto alla lista amici per curiosità, per stalkerarti o per fare un uso improprio delle tue foto.
Evita di salutare se non c’è stato alcun accenno di interazione. Un paio di “like” non sono sufficienti.
Se, invece, sei stato tu ad aggiungere un ragazzo/a per curiosità per poi scoprire che il profilo in questione è interessante come un comodino puoi anche non salutare.

Angelo Martucci

Non ho peli sulla lingua e li rado sul pube. Distratto e inconcludente raramente porto a termine quello che ho inc

3 Comments

  1. Michele Fasano
  2. Angelo Martucci

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