I salvatori di bozze

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I salvatori di bozze andrebbero tutelati. E forse un po’ curati, o capiti. Compresi, è il termine giusto, nella doppia accezione, inclusiva e cognitiva.

I salvatori di bozze sono genitori di idee, eiaculate con scarso impegno e notevole piacere. I salvatori di bozze accettano il travaglio, di minuti, ore, giorni ed anche mesi, fino al prossimo schizzo, ma non abortiscono. Mai. Non ci mettono una croce sopra, passano sempre prima da quell’anacronistico floppy disk. Non mettono opere in croce, non sono killer, ma potrebbero non partorire. I salvatori di bozze attendono pazientemente e soffrono. Vorrebbero, potrebbero, ma non riescono. Impotenti.

I salvatori di bozze non pensano mai indietro. L’idea originaria è buona, è lo sviluppo che deprime. L’idea e il salvatore. I salvatori di bozze sono ingabbiati nel pensiero dovuto, nel tempo dedicato. Impazienti di scrivere e raccontare, frenati dalla sequenzialità della realtà. I salvatori di bozze riflettono. Riflettono la istantaneità del momento. Troppo veloce per controllarlo. I salvatori di bozze pensano. Dopo, però. E può essere tardi.

I salvatori di bozze odiano il tema di italiano, ed anche la professoressa, generale. Ruolo e qualità. I salvatori di bozze amano il salvataggio automatico, l’amico dei momenti di rabbia. I salvatori di bozze credono sia colpa della tastiera, fredda, come le mani quando digiti d’inverno. I salvatori di bozze credono sia colpa della penna, condotta dalla mano da sinistra verso destra, ma incapace di lasciare altro inchiostro dopo le righe iniziali. I salvatori di bozze credono sia colpa della matita, ma soprattutto della gomma e del suo potere distruttivo. I salvatori di bozze non credono nelle gaffe, nei refusi, nelle ritrattazioni. A volte, è faticoso trattare e basta.

I salvatori di bozze cambiano stanza, ma respirano sempre il 78% di azoto. I salvatori di bozze cambiano posizione, ma il godimento è uguale.

I salvatori di bozze leggono Franzen e Tartt, che pubblicano un libro a decennio. Non leggono Camilleri e Cooper, che pubblicano dieci libri in un anno. I salvatori di bozze leggono racconti brevi ed articoli lunghi. Perché assomigliano a ciò che scrivono. Nel numero di battute.

Il titolo di una bozza improponibile diventata libro è l'azione preferita dei salvatori di bozze.

Il titolo di una bozza improponibile diventata libro è l’azione preferita dei salvatori di bozze.

I salvatori di bozze sono incapaci. Anche di scegliere la ragazza con cui provarci. I salvatori di bozze scrivono della ragazza con cui provarci, poi la archiviano, magari un giorno piacerà di nuovo, la bozza. I salvatori di bozze si innamorano di tutto, o forse non è amore. I salvatori di bozze sono quelli del viaggio e non la meta. Solo perché una meta non l’hanno mai vista.

I salvatori di bozze mettono il coltello nella presa ed allo stesso tempo tolgono la corrente. I salvatori di bozze dovrebbero rinunciare, scoprendo che fallirebbero in ogni cosa. I salvatori di bozze sono degli egocentrici introversi. I salvatori di bozze non esistono, perché gli assassini di opere hanno diffuso l’importanza del risultato. I salvatori di bozze esistono, ma nessuno può saperlo.

Sergio Palazzi

Laurea in Scienze motorie e passione per sport e lettura. Destinato a sopravvivere. Sogna ad occhi aperti, perché i sogni ad occhi chiusi non li ricorda o non gli piacciono.

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